Andando in giro.....


 

 

 

Luciano Martini

le mie passioni sono la Storia (specie per la mia città), la musica e la motocicletta (specie quando ero più giovane).

 

 

Andando in giro...per Pisa (e non solo) in compagnia.. o anche no.

ovvero quanto possiamo imparare andando a spasso, con calma e tranquillità, per le strade delle nostre città.

 

Marinai a Pisa nel Trecento.

Il Breve Curiae Maris, che regolava i rapporti tra la città di Pisa ed il mare, ci consente di comprendere la dura vita del marinaio.
Ad esempio, se il marinaio si rifiutava di proseguire il viaggio poteva essere imbarcato per forza dal padrone della nave.
Non solo: poteva essere anche tenuto in ceppi, cioè imprigionato, e, se ritenuto opportuno, picchiato e punito in altri modi. Quest'ultima evenienza si verificava qualora il marinaio avesse opposto una violenta resistenza.
Se invece aveva contratto dei debiti poteva essere sbattuto in carcere fintanto non avesse saldato il creditore.
Coloro che dovevano pronunciarsi durante le varie vertenze erano i Consoli del mare assieme ai Consoli delle province marine (plaghe marine).
Nel 1343 sappiamo che i Consoli del mare erano tre, duravano in carica 6 mesi e non potevano essere rieletti entro 2 anni dalla scadenza del mandato.
Dovevano avere più di trent'anni, essere cittadini pisani e non avere pendenze legali nei confronti della Curia del mare: dovevano anche vigilare sul fatto che il Podestà faccia lumi sufficienti alla Lanterna del Porto di Pisa.
Tornando ai marinai sappiamo che, a Pisa, il contratto di arruolamento era concluso a mese: appena arruolato doveva subito svolgere i servizi richiesti dal nocchiero o qualsiasi altro ufficiale della nave presso il Porto Pisano o dove la nave era attaccata.
Se un marinaio ci ripensava e non voleva più imbarcarsi il padrone della nave, o i suoi ufficiali, potevano imbarcarlo con la forza. Una volta imbarcato (seppur forzatamente) il marinaio doveva stare molto attento a non far sorgere liti per causa sua perchè in tal caso poteva essere percosso con bastoni o altro oggetto contundente fino a sanguinare, purchè non morisse. Particolare il fatto che coloro che facevano violenza al marinaio non potevano essere puniti dalla legge, non era previsto dalla normativa.

Insomma non è arduo affermare che in quel periodo della storia pisana il marinaio conduceva uno stile di vita non molto distante dai più bassi livelli di servitù. 


17 Aprile 2021:
  Nel quartiere di San Martino

 

I vicoli e le strade traverse di via San Martino.

Come molti pisani sapranno la via san Martino a Pisa è una delle vie più note ed antiche della città di Pisa.

Chiamata anticamente via Maiore (via Maggiore) è caratterizzata da molti vicoli e stradette spesso intitolate a nobili famiglie.

Tra queste troviamo il vicolo Borghese, intitolato probabilmente alla principesca famiglia senese del Duecento che tanto influì nella storia politica e artistico-religiosa di Roma. 

Il vicolo congiunge la via san Martino alla via san Bernardo.

 Di questo vicolo il Tolaini, nel suo Forma Pisarum, ci dice che apparve per la prima volta nella Pianta dell'ing. Bombicci  (conservata presso l'Archivio di Stato di Pisa) databile agli inizi del XIX secolo:

Vicolo Borghese fotografato da via S. Martino

 Parallelamente a questo vicolo ne troviamo un altro, chiamato vicolo Scaramucci.

Anche questo vicolo congiunge via S. Martino a via S. Bernardo.

Il passante distratto legge e via ma, i più curiosi, vorrebbero sapere chi fosse o fossero questi Scaramucci!

Il Tolaini ci aiuta poco: ci dice soltanto che dapprima si chiamava vicolo dell'abbondanza.....

Allora vado alla ricerca: consultando il sito web della Heraldrys Institute of Rome trovo un Ippolito Scaramucci che apparteneva ad una famiglia di Santa Maria a Monte (PI).

Questo Ippolito  venne insignito da Francesco III, con diploma del 12 dicembre 1764, del titolo di nobile fiorentino, in premio dei servizi resi sia nella sua qualità di luogotenente fiscale sia nelle laboriose e delicate trattative per la delimitazione dei confini del granducato.

Infatti nel 1786 il granduca di Toscana Pietro Leopoldo nominò suo rappresentante nella mediazione con il Papato (allora era papa Pio VI) il luogotenente fiscale Ippolito Scaramucci, insieme al matematico Pietro Ferroni, professore all’Università di Pisa, e all’ingegnere Giuseppe Salvetti della Camera delle comunità dello Stato fiorentino. Via dei Rosselmini

Purtroppo lo Scaramucci morì proprio durante questa operazione di verifica dei confini dei territori in questione e venne sostituito il 4 febbraio 1777 da Federico Barbolani di Montaiuto. (cfr. A. Lirosi, Dizionario biografico degli italiani, v. 82, Enciclopedia Treccani Online):


Vicolo Scaramucci da via S. Martino


 Tra il vicolo Borghese e quello Scaramucci troviamo via Rosselmini.

I Rosselmini erano originari di Marciana e si trasferirono a Pisa intorno al secolo IX. 

Il personaggio di maggior rilievo di questa famiglia sembrerebbe essere Rosselmino di Uguccione che viene indicato come testimone della pace tra Pisa e Lucca il 16 Luglio 1181.

Nel corso del Duecento i Rosselmini risiedettero nei territori di pertinenza della chiesa di S. Paolo all'Orto dedicandosi al commercio della seta e della lana e nel Trecento avviarono l'attività creditizia, che consentì loro di aumentare notevolmente le loro proprietà immobiliari,  e già figuravano nella Magistratura cittadina. (cfr. SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche) e D. Stiaffini, Bollettino storico pisano, 1995)


Via Rosselmini


 

Dall'altro lato della strada troviamo via Franceschi che collega appunto via S. Martino al lungarno Galileo Galilei.

E' intitolata alla nobile famiglia Franceschi che diede i natali ad Angelo Ranieri Franceschi, meglio noto con il nome di Angiolo, che fu arcivescovo di Pisa dal 1778 al 1806 al tempo del papa Pio VI.

 

Via Franceschi


27 Aprile 2021:  Nel quartiere di San Francesco...



I resti di un'antichissima chiesa in un punto che non ti aspetti....

Il vicolo di S. Pierino non è certamente una strada molto trafficata a Pisa, anzi!, io penso che molti in città ne ignorino l'esistenza.

Questo vicolo congiunge la via delle Belle Torri, che possiamo imboccare da piazza della Berlina lungo l'antica struttura della chiesa monastero di San Pietro in Vincoli (S. Pierino), alla via Palestro (dove c'è anche l'ingresso del Teatro Verdi).

In questo quasi sconosciuto vicolo, inglobata tra gli edifici di più recente costruzione, possiamo osservare la facciata di quella che potrebbe essere una delle più antiche chiese cittadine, con l'ingresso orientato verso Levante, tipico delle chiese più vetuste appunto.

Potrebbe trattarsi della chiesa di S. Pietro ai Sette Pini (ad septem pinos) che risulta citata nei manoscritti già dal 763 d. C.

Anche questa chiesa, come l'attuale S. Pierino, doveva essere strutturata su due piani: al piano superiore la chiesa, al piano inferiore la cripta.

Probabilmente venne demolita per fare spazio all'ultima chiesa costruita ed ancora oggi visitabile previo appuntamento. 

 


 

 

 


 

 

 

 La facciata dell'antica chiesa

 

 

 

 

La chiesa di S. Pierino

La chiesa di S. Pietro in Vincoli, meglio nota ai Pisani come S. Pierino, viene ricordata la prima volta in un documento del 1018.

Venne costruita tra la riva destra dell'Arno e la sinistra dell'Auser (Ozeri), vicino alla località detta "il Borgo".

Nel 1072 il vescovo di Pisa Guido Pavese vi costituì una collegiata di canonici che abbracciarono la regola di S. Agostino e che dovevano prestare obbedienza al vescovo stesso.

Successivamente alla chiesa di S. Pietro in Vincoli venne annessa la chiesa di S. Andrea Fuoriporta che ancora oggi esiste di fronte al Tribunale.

Ebbe il privilegio di essere depositaria delle "Pandectae" di Giustiniano, imperatore bizantino dal 527 al 565 d. C.

Nel 1488, a seguito della cessata presenza della collegiata, il papa Innocenzo VIII concesse la chiesa ai monaci Olivetani di Agnano trasformandola in Prioria.

I monaci la ressero fino al 1774 quando passarono a governare la chiesa di S. Michele degli Scalzi: da quell'anno in poi S. Pierino ebbe sempre per priore un prete secolare.

La chiesa, secondo lo schema tipico delle basiliche, è costituita da tre navate e la pianta quadrangolare irregolare è senza abside secondo un stile noto all'architettura latina ma raro nella città di Pisa.

Particolare la presenza di una cripta che serviva, quasi sicuramente, da cimitero fino ai primi anni del XX secolo.

Tuttavia sembra che altre chiese a Pisa possedessero una cripta: S. Michele in Borgo, Santa Cecilia e forse S. Andrea. Probabilmente la realizzazione di queste cripte, secondo il parere  dell'ing. Luigi Pera, venne determinata dalla necessità di far fronte alle frequenti inondazioni dell'Arno.                                       


Sul Lungarno Mediceo da secoli si distende la sobria struttura del monastero di S. Matteo, detto in Soarta.

Il termine Soarta credo derivi dall'aramaico Suartha che significa "in missione".

La chiesa-monastero di suore benedettine venne costruita nell'anno 1027 per volontà di Ildeberto Albizo ( della famiglia de domo Petri, successivamente Casapieri) e sua moglie Teuza.

Il lato sul lungarno è nello stile romanico-pisano; il complesso ospita il museo nazionale di S. Matteo


San Matteo
 

A proposito di stile romanico - pisano vi mostro due facciate di chiese a confronto:




 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 Avete indovinato di cosa si tratta? Probabilmente sì: quella più in alto è la facciata della chiesa di S. Nicola, in via S. Maria, mentre quella più in basso è quella della chiesa di S. Paolo all'Orto nell'omonima piazza.

Molto simili vero!? 



7 Luglio 2021:  ed eccoci in piena estate...

 

Tra una paura e l'altra a causa della variante Delta di questo cavolo di coronavirus tentiamo di rilassarci e riposarci un pò.

Molti pisani, di questi tempi, si recano spesso al mare a Marina di Pisa, o Tirrenia, per trovare un pò di refrigerio e fare qualche bagno.

Visto che parliamo di Marina propongo la visione di alcune foto postate su Facebook da alcuni miei amici, foto che ci fanno ben comprendere quanto, anche questa cittadina sul mare, sia cambiata nel tempo.




 
 
Nella seconda fotografia avrete riconosciuto il mitico distributore della Fina, in piazza Gorgona. 
Fino a qualche anno fa a Marina c'erano, se ben ricordo, tre distributori di benzina: uno in via Maiorca e due in piazza Gorgona: ora, se vuoi far benzina, devi andare a Tirrenia o a San Piero.
 
La terza foto ci dimostra invece quanto il mare abbia eroso la spiaggia: qui siamo davanti alla piazza delle Baleari, dove c'è il noto Barrino.. 
 

23 Ottobre 2022:  La chiesa di S. Michele degli Scalzi...








La chiesa di S. Michele degli Scalzi, detta anche in "Orticaria", fu fondata tra il 1152 ed il 1171.
 
La zona dove sorgeva veniva anche chiamata "tegularia" perchè lì esistevano dei forni per la produzione delle tegole.

La torre, che appare fortemente inclinata, è di stile romanico mentre la chiesa risente di due fasi edilizie.



 

 

 Le chiese che anticamente venivano denominate con il toponimo "Orticaria" o "Orticaia" erano diverse nella storia pisana: S. Jacopo (attuale via san Michele degli Scalzi), S. Ermete, e, per un certo periodo, anche la chiesa di S. Marco alle Cappelle, detta "al Portone", attuale via Carlo Cattaneo.


20 Novembre 2022:  La chiesa di S. Giorgio a Porta a Mare...


  




Passando da piazza Carrara, imboccando la stradina stretta che troviamo sulla destra venendo dal Lungarno, si arriva alla piazzetta S. Giorgio dove troviamo la chiesa omonima.
Questa chiesa esisteva già nella seconda metà del XII secolo e veniva riconosciuta come la chiesa di S. Giorgio a Porta a Mare; spesso veniva confusa con la chiesa di S. Giorgio in Ponte che invece sorgeva nei pressi dell’Arcivescovado.
La Porta a Mare, in quel periodo, corrispondeva all’area intorno alla chiesa di S. Nicola, attuale via S. Maria.


La facciata
 
 
 

10 Dicembre 2022:  La magia dei Lungarni...

Passeggiando in questi giorni che precedono il Natale è possibile ammirare i Lungarni illuminati e luccicanti. L'Arno, dal canto suo, riflettendo le luci mentre scorre lento, entra a far parte a pieno titolo della scenografia. 

Quest'anno, davanti alla chiesa di S. Cristina, è stato allestito un albero di Natale realizzato con materiale di plastica riciclata e, onestamente, quando è illuminato, appare assai gradevole:

 


 

 



 

 

 
 
 

23 Aprile 2023:  Il canale dei Navicelli




 
 
 
28 Maggio 2023:  Nel quartiere di Sant'Antonio
 
 
 
E' stato veramente un piacere venire a conoscenza del fatto che la cappella di S. Agata era aperta al pubblico: in tanti anni che abito a Pisa non ero mai riuscito a visitarla internamente.
 
La cappella, come molti sapranno, sorge dietro l'abside della chiesa di S. Paolo a Ripadarno. 
 
La tradizione data questo edificio al 1063, dopo la conquista dei pisani della città di Palermo, ma i documenti storici a nostra disposizione non confermano ciò ed è assai probabile che la fondazione sia avvenuta intorno alla metà del XII secolo.
 
A forma ottagonale, servì anticamente come sala del capitolo dei monaci di san Paolo a Ripadarno e poi passò alle suore benedettine (il convento di queste era a pochi metri) che la ressero fino alla loro soppressione (1866)

Altare con dipinto rappresentante S. Agata martire
 
 
 
 




La cupola vista dall'interno
 
 
 

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